L’acquedotto pugliese inizia a Caposele in Campania e termina a Leuca in Puglia.
Il canale principale è stato costruito in muratura seguendo le stesse modalità degli acquedotti romani e quindi è un susseguirsi di gallerie, ponti e tratti interrati per cercare di mantenere un piccolo dislivello costante. La pista di servizio che corre sui ponti e i tratti interrati sta per essere trasformata in ciclabile (sotto, il ponte-canale Figazzano).
Al momento sono pronti 11 km all’interno della valle d’Itria, tra i comuni di Cisternino, Martina Franca, Ostuni, Ceglie Messapica.
La quota altimetrica all’inizio della tratta in contrada Figazzano (Cisternino) è di 334 m s.l.m., l’arrivo alla pineta Ulmo (Ceglie Messapica) si trova a 325 m s.l.m.: solo 9 metri di dislivello. La pendenza massima lungo il percorso è pari all’8%; sono presenti inoltre 5 ponti-canale per superare le valli lungo il percorso.
Cisternino – Villa Castelli con la ciclovia dell’acqua
Partiamo dalla “porta piccola” di Cisternino,
ci inoltriamo nel centro storico passando dalla piazza principale
e usciamo dalla “porta grande” avendo di fronte la villa comunale, balcone sulla valle d’Itria.
Prendiamo subito a destra e saliamo sul “ponte”
e poi scendiamo per via Martina Franca costeggiando il cimitero antico.
Stiamo facendo una piccola deviazione per poter prendere il tratto già pronto della Ciclovia dell’acqua dal suo punto iniziale in contrada Figazzano. Percorriamo quindi una piccola stradina parallela alla provinciale Cisternino-Locorotondo e la lasciamo al confine di provincia per svoltare a sinistra verso Figazzano-Sisto. In cima alla salita incontriamo l’indicazione della pista ciclabile e la seguiamo.
In alternativa si può anche proseguire per qualche decina di metri ed entrare a sinistra a fianco del cancello. Nelle foto sotto, la centrale di sollevamento di Figazzano e l’ingresso della pista ciclabile.
Ora basta seguire l’acquedotto fino alla pineta Ulmo.
Una veduta dal ponte Figazzano.
Il sottopasso della ferrovia Cisternino-Martina Franca.
La campagna tipica della Valle d’Itria.
Il ponte canale di contrada Galante lato ovest.
Il ponte canale di contrada Galante lato est.
L’ingresso sud del ponte Galante.
Un incrocio con stradina di campagna.
La cabina di ispezione al km 231,769. I km si contano a partire dalla sorgente di Caposele in provincia di Avellino.
Un ponte canale in prossimità della provinciale Ceglie Messapica-Martina Franca.
Una veduta della campagna di Ceglie.
La pineta Ulmo di Ceglie Messapica.
In questo punto termina la nuova pista ciclabile e inizia la vecchia strada di servizio dell’acquedotto percorribile in mountain bike. Ogni tanto bisogna scendere di sella per superare qualche cancello chiuso dell’acquedotto. Ci troviamo nella zona più intatta della bassa Murgia e la pista si snoda tra boschi, macchia mediterranea e qualche campo coltivato. Anche per questo tratto fino a Villa Castelli basta seguire l’acquedotto. Di seguito alcune foto lungo il percorso.
Circa a metà percorso si trova una scalinata che porta nella scarpata a fianco del canale dove è installato un rubinetto: acqua potabile direttamente dal canale principale (nella foto sotto).
In località Monte Fellone, sopra Villa Castelli, termina il canale principale e una condotta forzata va ad alimentare la centrale idroelettrica “Battaglia” sotto Villa Castelli. Nella foto, l’inizio della discesa verso l’abitato di Villa Castelli.
Villa Castelli – Marina di Pulsano
Lasciamo l’acquedotto pugliese a Montefellone e cominciamo a scendere verso la costa ionica. Passeremo nell’abitato di Villa Castelli perchè lo sterrato che passa davanti alla centrale idroelettrica “Battaglia” è stato completamento dilavato dalle piogge ed è diventato molto accidentato. La centrale, recentemente riattivata, sfrutta il salto di 120 m tra la camera di carico di Montefellone e la camera smorzatrice di contrada Battaglia (sotto, l’edificio della centrale).
Da qui a Grottaglie non ci sono ciclabili ma solo qualche strada di campagna con l’indicazione di percorso ciclabile. Raggiungiamo il percorso segnato presso la masseria Antoglia
e lo seguiamo fino a Grottaglie. Ci inoltriamo verso il centro passando al fianco della torre dell’Orologio
e ci troviamo davanti a una delle porte di ingresso del centro storico.
Qui abbiamo due alternative: o andiamo a sinistra verso il quartiere delle ceramiche
passando a sinistra del castello Episcopio (sotto)
oppure entriamo nel centro storico. Seguiamo quest’ultima via e scopriamo con raccapriccio che è permesso l’ingresso alle auto.
Il centro storico potrebbe essere bello se non fosse in degrado e abbandonato a se stesso (sotto alcune foto).
Usciamo dal centro storico per Porta Sant’Antonio
e ci avviamo verso Carosino (sotto, l’ingresso del paese).
Da qui alla costa ionica non ci sono percorsi ciclabili salvo una breve pista ciclopedonale da Pulsano al mare. Cercheremo di percorrere, quindi, strade secondarie con scarso traffico veicolare. Passiano dalla graziosa piazza principale di Carosino
e prendiamo la strada per Roccaforzata, attraversiamo il paese e scendiamo a valle attraverso la bella pineta di Faggiano.
Passiamo dal centro del paese nella zona pedonale.
Andiamo verso Pulsano con strade secondarie e per evitare il traffico entriamo in paese da una stradina in pessimo stato. Attraversiamo tutto l’abitato e alla periferia opposta prendiamo la ciclopedonale per la costa.
Sopra l’inizio della ciclopedonale e sotto una foto del percorso.
Conviene lasciare la ciclopedonale svoltando a sinistra nel punto indicato nella foto sotto
altrimenti bisogna fare la scala sotto per salire sulla litoranea.
Nella foto sotto, lo sbocco della ciclopedonale sulla spiaggia e una foto della spiaggia presa dalla litoranea.
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