11 Aprile 2019

Ciclovia del Salento 2 (Ionica 6): lungo il mar Ionio







Percorso fatto nel 2020. Corrisponde alla seconda tappa del giro del Salento che inizia con la pagina introduttiva Ciclovia del Salento e alla sesta tappa della pedalata lungo la costa ionica (qui il link). Le tracce gpx e per google heart sono disponibili nelle pagine introduttive.

Salento costa mare Ionio

Marina di Pulsano-Torre Colimena

In questo primo tratto si pedala quasi sempre sulla provinciale che costeggia strettamente il mar Ionio. In primavera ed autunno la strada è scarsamente trafficata, ad eccezione dei week end, mentre in estate è un gran casino. Meno di un chilometro di pista ciclabile verso Torre Ovo e qualche chilometro di “piste pedonali”.
Marina di Pulsano si presenta con due baie bellissime.

Marina di Pulsano

Marina di Pulsano

Purtroppo alla bellezza del mare fa da contrappasso un’edilizia selvaggia e orripilante sulla costa soprattutto nella parte successiva del percorso. Dopo Marina di Pulsano incontriamo altre bella spiagge a partire da Torre Sgarrata.

Marina di Lizzano

Da qui fino a Marina di Lizzano la provinciale è costruita sulle dune di sabbia e roccia.

Marina di Lizzano

Marina di Lizzano

Altra bella spiaggia a Marina di Lizzano

Marina di Lizzano

e poi un piccolo tratto di pista ciclabile prima di Torre Ovo.

Torre Ovo

La strada prosegue verso Campomarino e le sue spiagge.

Campomarino

Campomarino

Campomarino

Campomarino

Dopo tutta questa bellezza, arriva l’orrore di San Pietro in Bevagna: una lottizzazione anni 60 disordinata e caotica da attraversare velocemente. Subito dopo l’angolino delizioso della foce del fiume Chidro.

Foce fiume Chidro

Ancora qualche chilometro e siamo all’ingresso della Riserva Salina dei monaci.

Torre Colimena-Santa Caterina

Questo tratto del percorso si svolgerà in gran parte su strade sterrate e sentieri. Andremo sulla provinciale solo quando diventa impossibile proseguire lungo il mare. A volte i sentieri finiscono sugli scogli e bisognerà percorrere brevi tratti a piedi.
Entriamo nella riserva: a sinistra un laghetto salato a destra le dune di sabbia.

Torre Colimena

Ogni tanto a destra si aprono dei sentieri sabbiosi che portano al mare (foto sotto).

Torre Colimena

Torre Colimena

Dopo circa 1 chilometro si esce dall’altra parte della riserva con un bel colpo d’occhio sul litorale.

Torre Colimena

Siamo a Torre Colimena. Breve tratto sull’asfalto e si entra nella riserva di Punta Prosciutto (sotto, Torre Colimena vista dall’interno della riserva e una piccola rada).

Torre Colimena

Punta Prosciutto

Qui i sentieri sono alle spalle delle dune e sono coperti di sabbia, alcuni anche in modo consistente. Ogni tanto si sbuca sul mare.

Punta Prosciutto

Punta Prosciutto

Punta Prosciutto

La fine dell’area protetta è segnalata da questo “ponticello”.

Punta Prosciutto

Seguendo la traccia gpx dopo un po’ si sbuca sulla passerella di legno del bagno “Punta Prosciutto beach”: sotto le foto della spiaggia.

Punta Prosciutto

Punta Prosciutto

Si continua su sterrato alle spalle delle dune: ogni tanto qualche passerella che permette di arrivare alla spiaggia.

Punta Prosciutto

Punta Prosciutto

Superiamo il ponticello sotto e risaliamo il canale lungo lo stretto passaggio a sinistra del lido balneare: 50 metri e poi solleviamo la bici per scavalcare un muretto basso.

Torre Lapillo

Ancora un tratto di sterrato e poi bisogna fare qualche chilometro sulla provinciale ritornando sulla costa in corrispondenza di Torre Lapillo.

Torre Lapillo

Dopo Torre Lapillo un tratto di provinciale e poi, seguendo il corso di un canale, si arriva a Torre Chianca.

Torre Chianca

Quindi, ancora asfalto tra le case, e poi si comincia a intravedere la rada di Porto Cesareo.

Porto Cesareo

Qui hanno ricavato una bella passeggiata pedonale in parte in pietra utilizzando i moli esistenti e in parte su passerelle di legno. Non ci sono divieti per le bici e neanche pedoni (tutti a pranzo), quindi ce la godiamo.

Porto Cesareo

Porto Cesareo

Verso la fine della passeggiata vediamo una barca a vela quasi spiaggiata.

Porto Cesareo

Alla fine della passeggiata, pedaliamo su sabbia dura in riva a mare e poi un chilometro sulla provinciale che lasciamo in corrispondenza della penisola “La Strea”.

Porto Cesareo

Un lungo tratto di strada sterrata, poi provinciale, e siamo a Sant’Isidoro: spiaggia bellissima.

Sant'Isidoro

Sant'Isidoro

Sant'Isidoro

Ritorniamo sulla costa appena possibile e pedaliamo nella straordinaria “Palude del capitano”. I sentieri diventano subito impraticabili se piove.

Palude del capitano

Palude del capitano

Se non si vuole passare dalla provinciale, bisogna andare sugli scogli seguendo la traccia colorata.

Palude del capitano

Le spiagge ora sono rare e si pedala tra la terra e gli scogli su sentieri più adatti ai pedoni che alle bici.
Rientriamo sulla provinciale che ormai è quasi sulla costa e la seguiamo fino al parco di Porto Selvaggio. Facciamo una piccola deviazione nel bosco fino alla baia

Porto Selvaggio

e poi usciamo dal parco da una “uscita abusiva” perchè il sentiero che porta all’uscita ufficiale è troppo impervio per la bici. Di nuovo sulla provinciale per fare la lunga discesa fino a Santa Caterina.

Santa Caterina-Gallipoli

Da qui fino a Gallipoli la strada provinciale è quasi sempre “vista mare” e saremo sempre sull’asfalto.
Nelle foto sotto, la torre Santa Maria all’interno della riserva di Porto Selvaggio e le due piccole baie di Santa Caterina.

Santa Caterina

Santa Caterina

Santa Caterina

Continuando lungo la provinciale compare Santa Maria al Bagno

Santa Maria al Bagno

e la sua spiaggia caraibica in centro città.

Santa Maria al Bagno

Ancora strada vista mare fino a Lido Conchiglie

Santa Maria al Bagno

e poi il mare scompare prima per l’assenza di strade e poi per la presenza di lidi che hanno “privatizzato” la duna in zona Padula Bianca. L’ingresso a Gallipoli non è molto bello per la presenza di fabbricati che nascondono il mare. Solo in vista del castello il paesaggio diventa bello.

Gallipoli

Percorriamo sulle mura l’intero anello della città, dalla spiaggia cittadina

Gallipoli

al porto interno

Gallipoli

fino alla banchina dove sorge la chiesa di Santa Maria del canneto.

Gallipoli

Percorriamo adesso tutto il lungomare est verso Baia Verde

Gallipoli

e quindi una stradina pedonale alle spalle delle dune fino alla zona alberghiera.

Gallipoli

Gallipoli Baia Verde-Leuca

In questo tratto sono comprese tre delle perle più belle della costa salentina: le dune della Riserva dell’Isola di Sant’Andrea, le sabbie bianchissime della marina di Ugento e le spiagge di Pescoluse. La provinciale che lega queste meraviglie e quasi sempre “vista mare”.
Superata la zona alberghiera di Gallipoli pedalando sulla provinciale, si svolta a destra sullo sterrato e si entra nella straordinaria bellezza delle dune della Riserva dell’Isola di Sant’Andrea. Solo mountain bike o fat bike possono percorrere i sentieri tra bosco e dune perchè spesso insabbiati. Una passerella di legno permette l’accesso al mare con la bici.

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

Parco naturale Isola di Sant'Andrea

All’altezza di Punta Pizzo, privatizzata da una Masseria resort, si incontra lo sterrato che porta fino al litorale di Marina di Mancaversa nei pressi di lido Cotriero.

Marina di Mancaversa

Quindi pedalando tra scoglio e duna si arriva alla lottizzazione di Marina di Mancaversa da cui allontanarsi rapidamente. Siamo di nuovo sulla provinciale “vista mare”. Dopo Torre Suda un lungo tratto di ciclabile su asfalto e a Capilungo una bella ciclabile ricavata sugli scogli.

Capilungo Salento

Capilungo Salento

Finita la ciclabile sugli scogli si rientra sulla provinciale “vista mare” fino a Torre San Giovanni.

Torre San Giovanni

Da qui inizia un tratto di circa tre chilometri di spiagge immense con sabbia bianchissima che ricordano i tropici.

Marina di Ugento

Marina di Ugento

Marina di Ugento

Siamo riusciti a percorrere circa un chilometro sulla spiaggia prima che la sabbia diventasse troppo soffice e quindi siamo rientrati alle spalle delle dune per continuare sullo sterrato spesso a fianco dei canali e dei laghetti della bonifica.

Marina di Ugento

Sotto, un sentiero tra “bonifica” e mare.

Marina di Ugento

Puntiamo di nuovo sulla spiaggia, 30 metri a piedi,

Marina di Ugento

Marina di Ugento

e poi con lo sterrato raggiungiamo Torre Mozza. Poi di nuovo sentieri tra la bonifica e il mare e dopo il passaggio di un ponticello (con gradino), siamo a Lido Marini.

Marina di Ugento

Marina di Ugento

Si torna sulla provinciale per un breve tratto per ritornare al mare a Torre Pali.

Torre Pali

Dopo le case del piccolo centro di nuovo sentieri tra canali di bonifica e mare.

Torre Pali

Torre Pali

Breve rientro sulla provinciale e deviazione verso la costa per vedere la spiaggia “Maldive del Salento”, bella ma chiamata così da chi non è mai andato alle Maldive oppure da un grande esperto di marketing.

Maldive del Salento

Ancora 400 metri sulla provinciale e rientriamo sulla costa con la prima strada di Marina di Pescoluse. La sabbia è sufficientemente compatta per fare 300 metri sulla sabbia. Anche qui una spiaggia molto bella.

Marina di Pescoluse

Marina di Pescoluse

Marina di Pescoluse

Siamo di nuovo sulla provinciale “vista mare” e pedaliamo così fino a Leuca. La costa è soprattutto scoglio con qualche piccola spiaggia come a Torre San Gregorio.

Leuca

Pedaliamo quindi sulla provinciale e con una piccola deviazione fotografiamo Leuca dal belvedere di Punta Ristola.

Leuca

Poi scendiamo giù e facciamo tutto il lungomare fino alla cascata monumentale dell’acquedotto pugliese: viene attivata molto raramente.

Leuca

Prendiamo la strada a destra e con una ripida salita ci portiamo sul piazzale del santuario con vista sulla cascata,

Leuca

il porto

Leuca

e il faro. Qui termina il lato ionico del Salento e inizia il mare Adriatico.

Leuca

Clicca qui per la terza tappa: Il Salento da Pescoluse a Otranto