
Questo tratto è caratterizzato dalla strada provinciale sempre sulla scogliera. Ci si può avvicinare di più al mare solo in qualche paese o con sentieri adatti solo ai pedoni.
La costa è soprattutto scoglio con qualche piccola spiaggia come a Torre San Gregorio.
Pedaliamo quindi sulla provinciale e con una piccola deviazione fotografiamo Leuca dal belvedere di Punta Ristola.
Poi scendiamo giù e facciamo tutto il lungomare fino alla cascata monumentale dell’acquedotto pugliese: viene attivata molto raramente.
Prendiamo la strada a destra e con una ripida salita ci portiamo sul piazzale del santuario con vista sulla cascata,
il porto
e il faro. Qui termina il lato ionico del Salento e inizia il mare Adriatico.
Lasciamo Leuca con la strada provinciale che porta a Otranto. La strada è praticamente a picco sul mare e gli unici sentieri esistenti sulla scogliera possono essere praticati solo da pedoni. Si gode sempre di una vista meravigliosa. Dopo un primo tratto in salita e qualche chilometro in piano, una lunga discesa ci porta al fiordo del Ciolo attraversato da un ponte.
L’acqua sotto il ponte ha dei magnifici colori e il taglio nella roccia carsica è impressionante.
Siamo scesi quasi al livello del mare e ora una lunga ma leggera salita ci riporta in quota (sotto, la costa verso nord).
Qualche chilometro più o meno in piano e una nuova discesa ci porta prima a Marina Serra e quindi al porto di Tricase: porticciolo delizioso con acqua trasparente.
La provinciale continua sempre vista mare e la lasciamo a Marina di Andrano per pedalare su un lungomare ciclopedonale.
Sbuchiamo in un parcheggio e poi un marciapiede colorato
alla fine del quale c’è un minuscolo porticciolo scavato negli scogli.
Riprendiamo la provinciale e, superata la rimarchevole Cala dell’Acquaviva,
arriviamo a Castro Marina.
Di nuovo un porticciolo con acque trasparenti.
Sotto, una foto dalla piazzetta del lungomare.
Tratto in salita, contromano con prudenza, per riprendere la provinciale che sale anch’essa. Superata la deviazione per la grotta della Zinzulusa, siamo in vista della marina di Miggiano
e le sue acque.
Subito dopo, Santa Cesarea Terme con le sue ville in stile moresco.
Qui finisce la costa fortemente urbanizzata e inizia, con una salita lunga e faticosa, un tratto di costa semi selvaggia fino a Otranto.
Una lunga e tortuosa discesa ci riporta al livello del mare in località Porto Badisco: un piccolo gioiello.
Qualche nord-europeo fa già il bagno.
La strada gira alle spalle di Porto Badisco
e si snoda in un ambiente tipicamente murgese qui chiamato Serre Salentine.
Dopo un tratto in salita, siamo in vista di Punta Palascia
e poi scendiamo verso Otranto. Ma prima di entrare in città, facciamo un deviazione verso il bosco Orte per vedere se finalmente riusciamo a pedalare un po’ in riva al mare.
Riusciamo solo a girare sullo sterrato intorno al bosco Orte, prima in entrare in città dal porto.
Giriamo intorno al castello per entrare nella città vecchia.
Già adesso le stradine sono piene di pedoni: in alta stagione è quasi impossibile entrarvi in bici. Usciamo sul piazzale a mare in corrispondenza della torre Alfonsina e costeggiamo la spiaggia cittadina pedalando su marciapiede e strada.
Lasciamo Otranto e ci dirigiamo verso Baia dei Turchi.