3 Maggio 2023

Costa del mar Ionio in bici: 4) Basilicata







</p> <h1>da Matera ai laghi di Sibari</h1> <p>
Percorso fatto nel 2020. Le tracce gpx e per Google earth sono scaricabili dalla prima pagina: Costa del mar Ionio in bici.
(Aggiornamento 2023: a causa dei lavori di raddoppio della statale ionica, la complanare tra Montegiordano marina e Roseto Capo Spulico è chiusa al traffico).

Costa ionica Basilicata

Riprendiamo il cammino sulla SP253 all’incrocio con la SS106 perché qui termina anche il nostro percorso sull’ex ferrovia calabro-lucana iniziato a Lagonegro e descritto qui.
Facciamo 3 chilometri sulla provinciale e prendiamo la prima a destra che ci porta al sottopasso ferroviario

Marina di Amendolara

e quindi al mare.

Marina di Amendolara

Troviamo anche una ciclabile

Marina di Amendolara

Villapiana Lido

che termina in uno sterrato: qui si può o rientrare sulla trafficata provinciale (opzione obbligatoria in caso di piogge nei giorni precedenti) o fare circa 300 metri sulla sabbia per superare un canale nella parte insabbiata (sotto).

Villapiana Lido

Noi scegliamo questa opzione e dall’altra parte troviamo un bellissimo sentiero tra bosco e spiaggia.

Villapiana Lido

Villapiana Lido

Alla fine del sentiero entriamo nell’abitato e abbiamo una breve ciclabile

Marina di Amendolara

Marina di Amendolara

che termina con uno sterrato

Marina di Amendolara

e quindi un sentiero tra bosco e spiaggia.

Marina di Amendolara

Quando ricomincia l’asfalto bisogna andare a sinistra tra gli alberi,

Marina di Amendolara

sottopassare la ferrovia e prendere la provinciale a destra verso Trebisacce. Dopo 3,3 chilometri di provinciale usciamo a sinistra con il cartello “autostrada” e di nuovo subito a sinistra sottopassando la strada appena percorsa.

Trebisacce

Seguendo l’asfalto arriviamo sul lungomare di Trebisacce.

Trebisacce

Andiamo sull’imbarcadero appena rifatto

Trebisacce

e fotografiamo il lungomare verso nord.

Trebisacce

Poi alla radice dell’imbarcadero prendiamo la ciclabile a destra

Trebisacce

e facciamo tutto il lungomare.

Trebisacce

Dopo 1,4 chilometri c’è a sinistra la deviazione

Trebisacce

che ci porterebbe sulla provinciale: soluzione obbligata in caso di piogge recenti, altrimenti si va diritto fino allo sterrato che prendiamo verso destra

Trebisacce

per attraversare una fiumara.

Trebisacce

Dall’altra parte un sentiero sterrato lungomare.

Trebisacce

Lo seguiamo per oltre 4 chilometri

Trebisacce

Trebisacce

Trebisacce

e quando termina andiamo a sinistra

Trebisacce

verso il sottopasso ferroviario.

Trebisacce

Ora 3,5 chilometri di provinciale e poco dopo le prime case di Marina di Amendolara possiamo andare a destra verso il mare sottopassando la ferrovia.

Marina di Amendolara

Pedaliamo sul bel lungomare

Marina di Amendolara

poi rientriamo a sinistra e, aggirato un cantiere navale, torniamo sul mare.

Marina di Amendolara

Dopo il lungomare asfaltato inizia uno sterrato con qualche passaggio difficile in caso di pioggia.

Marina di Amendolara

Lo sterrato lungomare

Marina di Amendolara

ci porta fino a Torre Capo Spulico

Torre Spulico

dove bisogna andare a sinistra verso la ferrovia. Immediatamente prima del sottopasso (se non ci sono state piogge recenti, altrimenti si va diritto) prendiamo a destra e proseguiamo a lato della massicciata

Roseto Capo Spulico

fino all’argine di una fiumare che, in assenza di piogge, si può passare con il guado sotto.

Roseto Capo Spulico

Dall’altra parte c’è il lungomare di Roseto Capo Spulico

Roseto Capo Spulico

che in due chilometri ci porta al castello medievale di Federico Barbarossa, diventato ora un ristorante.

Roseto Capo Spulico

Qui con una ripida e brevissima salita ci portiamo sulla trafficatissima statale ionica che abbandoniamo dopo un chilometro per prendere a sinistra la complanare panoramica.

Roseto Capo Spulico

La complanare ci porta Marina di Montegiordano dove, all’inizio dell’abitato, prendiamo a destra una strada che sottopassa la ferrovia e attiva al mare. Prendiamo a sinistra il lungomare e dopo un po’ troviamo anche una ciclabile.

Marina di Montegiordano

Quando vediamo a sinistra un sottopasso,

Montegiordano

lo prendiamo e raggiungiamo la successiva complanare

Marina di Montegiordano

che ci porta in direzione di Rocca Imperiale Marina. Dopo 1,5 chilometri lasciamo la complanare per fare uno sterrato lungomare: usciamo a sinistra e sottopassiamo strada e ferrovia guadando la fiumara (se nei giorni precedenti è piovuto da qui non si passa e bisogna continuare sulla complanare prendendo un sottopasso successivo con l’indicazione “campeggio”).

Marina di Rocca Imperiale

Incontriamo una piccola pineta

Marina di Rocca Imperiale

e continuiamo con lo sterrato

Marina di Rocca Imperiale

fino al secondo punto dove si poteva raggiungere il mare se fossimo restati sulla complanare.

Marina di Rocca Imperiale

Ora un po’ di asfalto fino al campeggio e poi di nuovo sterrato

Marina di Rocca Imperiale

per oltre un chilometro fino a quando sulla sinistra non avvistiamo un cartello di ciclabile:

Marina di Rocca Imperiale

siamo a Rocca Imperiale Marina con la sua bella ciclabile.

Marina di Rocca Imperiale

Alla fine della ciclabile di nuovo sterrato che seguiamo a destra quando si divide.

Marina di Rocca Imperiale

Arriviamo così al torrente Canna che normalmente si può guadare:

Marina di Rocca Imperiale

se però nei giorni precedenti c’è stata pioggia, bisogna tornare indietro e passare per l’abitato di Rocca Imperiale Marina facendo strade veicolari. (qui la traccia gpx della variante).
Passato il torrente abbiamo un piccolo tratto di sabbia dura pedalabile

Marina di Rocca Imperiale

e poi svoltiamo a sinistra con il tratturo che ci porta su una stradina di campagna asfaltata con i segnali di ciclabile.

Marina di Nova Siri

Pedaliamo affianco al lato mare della ferrovia fino al torrente successivo, quasi sempre in secca, ma con il cartello di pericolo per piena improvvisa.

Marina di Nova Siri

Seguiamo la traccia che ci porta sull’argine sinistro.

Marina di Nova Siri

Pedaliamo sull’argine

Marina di Nova Siri

e in fondo seguiamo il sentiero che ora è parallelo al mare.

Marina di Nova Siri

Nell’ultimo tratto c’è un po’ di sabbia

Marina di Nova Siri

subìto prima di salire sul lungomare di Marina di Nova Siri.

Marina di Nova Siri

Dopo 2 chilometri di lungomare prendiamo l’ultimo viale a sinistra

Marina di Nova Siri

Marina di Nova Siri

che ci porta sulla strada veicolare: prendiamo a destra e poi seguiamo le indicazioni Taranto. Ora andiamo verso la complanare lato monte e poi dobbiamo anche fare un chilometri sulla SS106 a quattro corsie, unico modo per superare il fiume Sinni.

Marina di Nova Siri

Abbiamo lasciato la SS106 seguendo l’indicazione “zona artigianale Policoro” e ora pedaliamo sulla complanare tra i capannoni per 2 chilometri prima di prendere a destra verso il mare poco prima di un sovrappasso veicolare. Dopo 3 chilometri incontriamo sulla sinistra il viale che attraversa il “Bosco Pantano”:

Marina di Nova Siri

Bosco Pantano, Policoro

qui sono state girate alcune scene del film “Basilicata cost to cost” di Rocco Papaleo. Quando troviamo l’asfalto andiamo a destra per salire sul lungomare.

Bosco Pantano, Policoro

Bosco Pantano, Policoro

Bosco Pantano, Policoro

Si prosegue sul lungomare per circa 1,5 chilometri. Alla fine

Marina di Nova Siri

si scende a sinistra e dopo il parcheggio di nuovo un viale a destra tra bosco e duna.

Bosco Pantano, Policoro

Alla fine del viale si va a sinistra costeggiando la recinzione di Marinagri

Marina di Nova Siri

per andare sulla statale. Curiosi di visitare l’insediamento quando raggiungiamo la portineria chiediamo di entrare.

Marinagri, Policoro

Marinagri, Policoro

Marinagri, Policoro

Marinagri, Policoro

Dopo la deviazione di Marinagri continuiamo verso la statale: purtroppo Lido di Policoro è prigioniero della SS106 e non c’è altro modo di uscire ed entrare. Dopo il passaggio a livello seguiamo l’indicazione Taranto, entriamo sulla superstrada e usciamo dopo 2 chilometri a Scanzano Jonico. Raggiungiamo il minuscolo centro storico

Scanzano Ionico

dove sono state girate le scene finali di “Basilicata coast to cost”.

Scanzano Ionico

Usciamo costeggiando il Palazzo baronale

Scanzano Ionico

e continuiamo diritto verso la stazione ferroviaria. Subìto dopo andiamo a destra nel sottopasso e poi la prima a sinistra. Facciamo oltre 4 chilometri su questa strada diritta e fastidiosamente piena di rallentatori. Purtroppo se vogliamo evitare di percorrere la superstrada SS106 dobbiamo utilizzare le complanari che però sono state progettate da un ingegnere pazzo e quindi a volte sono inesistenti e altre volte senza sbocco. Quando arriviamo all’unico “Stop” andiamo a sinistra, sovrappassiamo la ferrovia e andiamo a destra sulla complanare. Al successivo svincolo abbandoniamo la complanare che poi termina e andiamo verso l’interno seguendo le indicazioni prima Pisticci e poi San Teodoro. L’unico punto interessante del percorso è una masseria abbandonata.

San Teodoro

Alla fine della strada andiamo verso la SS106 perché è l’unico modo di superare la ferrovia Potenza-Metaponto (con la complanare si supera il Basento ma non la ferrovia). Dopo 3 chilometri di superstrada, prendiamo l’uscita Pantanello e continuiamo sulla complanare lato mare. Sbuchiamo sulla SP3 dove andiamo a sinistra per superare lo svincolo e prendere la complanare lato monte seguendo l’indicazione “Tavole Palatine” che incontriamo dopo 2 chilometri. Qui, al Tempio di Hera,

Metaponto

termina il percorso in Basilicata (la Puglia inizia un centinaio di metri più avanti dopo il fiume Bradano) e inizia la tappa successiva “Taranto e il suo golfo”.