Ciclovia dell’Adda
Percorso fatto in primavera 2023. Le tracce gpx e Google earth sono disponibili nella pagina introduttiva Ciclabili su ex ferrovie e lungo i fiumi, Vie Verdi.
Partiamo dal parcheggio di Pradello, a nord di Lecco, dove dovrebbe arrivare la pista ciclabile a sbalzo che affiancherà la galleria della statale 38 rendendo finalmente possibile percorrere l’intero alveo del fiume Adda a partire dalla Valtellina. La pista dovrebbe essere pronta per le Olimpiadi invernali 2026: sotto, un rendering del progetto.
Dal parcheggio ci portiamo affianco alla SS38 e troviamo subito la ciclopedonale.
Sotto, la ciclopedonale
e la sponda opposta del lago.
Dopo 2 chilometri siamo a Lecco e pedaliamo sulla passeggiata.
Man mano che ci avviciniamo al centro il traffico pedonale aumenta e quindi scendiamo in strada, superiamo l’ultima parte della passeggiata occupata dalle giostre e riprendiamo un breve tratto di ciclopedonale vicino all’edificio della Canottieri. Sbuchiamo su una stradina e prendendo a destra torniamo sul lago
e su una nuova passeggiata.
Superiamo sulle strisce pedonali un primo ponte e poi attraversiamo il secondo (sotto)
sulla corsia ciclopedonale. All’uscita dal ponte ci manteniamo sul marciapiede per imboccare subito la stradina che si intravede nella foto sotto
che scende sull’Adda
e sbuca su uno stretto passaggio pedonale davanti a un parcheggio.
Subito dopo inizia un breve camminamento
che ci porta su una strada secondaria al termine della quale inizia la ciclopedonale: siamo a Pescate.
Con la pista ci affacciamo sul lago di Olginate
che costeggiamo sul lato destro fino alla chiusa
che regola il deflusso delle acque nell’Adda a valle dei laghi. Il letto del fiume all’inizio è molto largo
mentre la ciclovia vede l’alternarsi di percorsi protetti e strade secondarie fino al ponte della ferrovia (sotto)
quasi alla fine del comune di Olginate. Da qui in poi il percorso continua sull’argine sterrato, quasi sempre tra boschi e campi coltivati,
fino a Brivio.
Ora l’argine diventa una strada veicolare per un paio di chilometri
per poi tornare sterrato: il fiume prosegue placido ed è pieno di cigni e altri uccelli acquatici.
Una sbarra fastidiosa da oltrepassare annuncia l’arrivo all’imbarcadero di Imbersago.
Due chilometri dopo siamo alla diga di Robbiate,
la prima di numerose opere idrauliche che costelleranno da ora in poi il corso del fiume. Nella foto sotto si vede a sinistra l’Adda e a destra il canale che va ad alimentare la centrale idroelettrica “Esterle” che incontreremo dopo 6 chilometri.
Superiamo il canale che rimane in quota alla nostra destra e scendiamo lungo l’argine del fiume.
Passiamo sotto l’ardito ponte in ferro, insieme ferroviario e stradale,
e siamo in vista dello sbarramento
che dà origine al Naviglio di Paderno d’Adda.
Ora la ciclovia percorre l’argine sinistro del naviglio
mentre l’Adda è sprofondato dietro le rocce alla nostra sinistra: ogni tanto una varco permette di vedere le rapide.
Il naviglio adesso è a secco in molti punti perché quasi tutta l’acqua è usata per alimentare la centrale idroelettrica Bertini che incontreremo più a valle. In origine il Naviglio di Paderno, ipotizzato nel lontano 1515 e realizzato nel 1777, serviva per bypassare il tratto non navigabile dell’Adda in corrispondenza delle rapide: tutte le info su Wikipédia.
In corrispondenza di un santuario mariano,
la ciclovia passa dall’argine destro.
In più punti si possono vedere le antiche chiuse in legno.
Ora continuiamo quasi in piano sull’argine destro del naviglio con l’Adda che scorre aldilà del canale.
Ed ecco la prima centrale idroelettrica denominata Bertini.
Dopo la centrale, il Naviglio di Paderno, con un’ultima chiusa,
termina nell’Adda.
La ciclovia continua di conseguenza sull’argine destro dell’Adda passando davanti a una seconda centrale idroelettrica chiamata Esterle.
Dopo le rapide il fiume è tornato plácido e noi proseguiamo su sterrato per 6 chilometri fino alla terza centrale idroelettrica sormontata da una torre del castello visconteo.
La centrale è denominata Taccani, mentre la torre fa parte del Castello Visconteo di Trezzo sull’Adda.
Purtroppo lo sterrato sull’argine che girava intorno al promontorio è stato chiuso per frana e quindi bisogna fare una salita molto ripida, passare davanti all’ingresso del castello,
e ridiscendere sull’argine dall’altra parte.
Dopo un chilometro troviamo l’ennesimo sbarramento del fiume:
qui, sulla destra dell’Adda, inizia il Naviglio Martesana che in primavera 2023 è completamente a secco. La ciclovia prosegue sull’argine sinistro del canale con anche la vista sul fiume.