Pavia, Piacenza e Cremona

Purtroppo dopo Pavia non è più possibile pedalare in prossimità dei fiumi perché ci sono troppi fossi che interrompono i sentieri. Seguiamo le indicazioni della via Francigena e dobbiamo raggiungere su asfalto San Zenone Po per rivedere il fiume. Superata una fastidiosa rotonda ci muoviamo su una strada secondaria poco trafficata verso San Leonardo.
Dopo Ospedaletto lasciamo la provinciale e prendiamo a destra su una strada vicinale, con traffico assente e molti pedoni e ciclisti, che ci porta a San Giacomo.
La strada continua in mezzo alla campagna
fino alla periferia di Belgioioso. Qui prendiamo una stradina a destra che ci porta sulla provinciale
per San Zenone. Lasciamo la provinciale 9 a Sostegno svoltando a destra per prendere poi uno sterrato che ci porta sull’argine. Dopo circa un chilometro compare San Zenone Po, situato sulle rive del fiume Olona in prossimità dello sbocco nel Po.
Superiamo l’Olona con il ponte sull’argine e proseguiamo sullo sterrato. L’argine si snoda lontano dal fiume che non è visibile. In prossimità di Ca’ Peroni iniziano dei lavori sull’argine ma con le bici si riesce a passare (sotto, lo sterrato all’inizio dei lavori).
Alla fine dei lavori inizia l’asfalto e finalmente si vede il Po.
Quindi si taglia un’ansa del fiume e si scende dall’argine ad ammirare il Po in località Gabbiane, dove c’è una trattoria aperta a pranzo escluso il lunedì.
Dopo l’idrovora del “Colatore Reale” ritorna lo sterrato che ci porta sull’argine destro del fiume Lambro in prossimità dello sbocco nel Po. Dopo circa 4 chilometri inizia l’asfalto che bisogna subito abbandonare per lo sterrato tra il Lambro e la roggia Cusani: qui il sentiero è molto bello.
Sotto, il ponte ferroviario, parallelo al ponte stradale da attraversare per andare sull’argine sinistro del Lambro.
Sotto, l’argine destro del Lambro e la roggia Cusani dal ponte stradale.
Si percorre quindi tutto l’argine sinistro del Lambro per tornare sul Po. Sotto, il paese di Orio Litta, fotografato dall’argine, e il Lambro poco prima della confluenza.
Proseguiamo sullo sterrato fino a Corte Sant’Andrea dove incontriamo il “guado”.
Si tratta di un pontile da dove, in occasione di alcune festività, parte un battello che porta i camminatori della via Francigena dall’altra parte del Po.
L’argine si allontana nuovamente dal fiume che rivediamo solo a Gargatano.
Dopo aver ospitato un gregge di pecore
l’argine punta verso la strada statale (sotto la ciclabile a fianco della statale 9).
Sempre sulla ciclabile si supera la rotonda sulla via Emilia.
Se si vuole visitare Piacenza, si prende a destra la ciclabile che scalvalca il Po a fianco della statale (sotto): grande segnale di civiltà.
Noi invece andiamo a sinistra verso l’argine sinistro del Po che ci porterà a Cremona. Facciamo una lunga U per sottopassare la ferrovia e riprendiamo l’argine. Dopo un po’ sottopassiamo prima l’autostrada e poi l’alta velocità.
L’argine è tutto asfaltato tranne un piccolo tratto poco prima del ponte per Cremona. Superiamo le chiuse del Colatore Mortizza
e il canale Gandiolo.
Incontriamo un bel punto di ristoro a Corno Giovine.
A tratti l’argine si allontana dal fiume, a tratti lo costeggia. Sotto, alcune foto fino al ponte della provinciale 27 che ci porterà in Emilia.
Sbuchiamo sulla provinciale 27 e prendiamo a destra (sotto, il Po fotografato dal ponte).
Appena terminato il ponte prendiamo a sinistra sull’argine e, dopo la cava, ancora a sinistra verso il fiume
Superiamo la strada che porta all’isola Serafini e scendiamo di nuovo verso il Po.
Un po’ di sentiero erboso
e poi dobbiamo prendere a destra
e risalire sull’argine.
Arriviamo così al ponte per Cremona. Prendiamo a sinistra
per sottopassare i ponti ferroviario e stradale
e risaliamo dall’altra parte per incrociare la ciclabile che viene da Parma.
A sinistra si va verso Parma e a destra si sale sul ponte, con corsia ciclopedonale, che porta a Cremona.
Clicca qui per la quarta tappa: da Cremona alla confluenza dell’Oglio nel Po