Dall’Adda al Po mantovano lungo i navigli cremonesi e l’Oglio

Lasciata alle spalle la centrale di controllo del canale Vacchelli, con il busto dell’omonimo ingegnere progettista del sistema idraulico, pedaliamo sull’alzaia sinistra mentre l’acqua scorre lentamente.
Si pedala, cambiando qualche volta lato, in un paesaggio monotono fino a Crema dove si lascia il canale per entrare nella periferia della città. Si supera il fiume Serio (sotto)
e si ritorna sul canale. Il paesaggio è noioso. Sotto, il punto in cui il canale si divide: noi prendiamo a destra.
Alla Chiavica dei 13 ponti, in località Tombe Morte di Genivolta, finalmente il paesaggio cambia diventando molto bello. Qui convergono le acque di più canali per dividersi nuovamente.
Noi seguiamo la ciclabile tra il Naviglio Pallavicino e il Naviglio Civico Cremonese.
La vegetazione è ricchissima con bellissimi salici piangenti.
Sotto, alcune foto di questo tratto della ciclabile.
L’incontro con la strada per Azzanello (sotto) chiude il tratto più bello del percorso.
Circa un chilometro dopo questo ponte, si abbandona il Pallavicino per percorrere una stradina di campagna molto fresca.
Nuovo rimescolamento delle acque e dei canali a Mirabello Ciria (sotto) dove riprendiamo il Naviglio Pallavicino.
A Casalbuttano si abbandona il Naviglio Pallavicino,
si attraversa la città e si torna sulla ciclabile del Naviglio Civico di Cremona.
Si abbandona infine il naviglio (foto sotto)
per dirigerci, pedalando su stradine di campagna, verso Monasterolo dove incontremo il fiume Oglio.
Il cartello indicatore sopra ci porta sullo sterrato e verso il ponte pedonale e ciclabile sul fiume.
Dopo il ponte si prosegue per strade e stradine di campagna in un paesaggio monotono con qualche auto e qualche trattore. Solo in prossimità del fiume Mella inizia lo sterrato e subito dopo il ponte ciclopedonale si comincia a pedalare sugli argini con qualche bello scorcio sul fiume e la campagna.
Si attraversa Ostiano e invece di seguire le indicazioni per le bici prendiamo un sentiero molto più vicino al fiume: unica controindicazione la necessità di fare qualche decina di metri a piedi per superare un ponticello in cemento su una roggia. In caso di pioggia nei giorni precedenti il sentiero diventa impraticabile. Poi si prosegue su un argine e, a partire dallo sbarramento della roggia Gambara, l’acqua diventa l’elemento prevalente del paesaggio rendendo più piacevole la passeggiata in bici.
Poco dopo l’attraversamento della roggia, troviamo un punto attrezzato per la sosta pranzo.
Subito dopo lo sbocco della Roggia Gambara nell’Oglio, bisogna abbandonare l’argine e scendere a destra sul fiume. Nella foto sotto si vede un ciclista sull’argine: il sentiero giusto è quello che si intravede a destra.
Pedalando sull’argine si fa un giro molto lungo mentre scendendo a destra, dopo un sentiero molto mal tenuto (sotto)
si attraversa un ponticello sopra una piccola roggia (sotto)
e si risale sull’argine dell’Oglio (sotto).
Si prosegue sull’argine incontrando prima il ponte stradale e subito dopo quello ciclopedonale che portano a Isola Dovarese (sotto, il ponte pedonale fotografato da est).
Si prosegue sempre sull’argine e si prende a destra al primo incrocio (sotto la chiesa di Carzaghetto, a sinistra dell’incrocio).
Dopo un po’ la superficie dell’argine diventa erbosa
e dopo si piega a sinistra attraversando un piccolo boschetto
e sbucando sull’asfalto a Runate. Dopo circa un chilometro si incontra sulla destra un sentiero erboso che riporta sull’argine. Ora si pedala con il fiume a destra e uno sterminato vivaio di piante a sinistra.
Si scende dall’argine sul fiume in corrispondenza della ferrovia.
Si risale subito dopo per abbandonare la riserva naturale delle “Lanche di Gerra Gavazzi e Runate”.
Si attraversa la strada asfaltata e si rientra subito sull’argine per affacciarci dopo qualche centinaio di metri alla periferia di Canneto sull’Oglio.
Si scende subito a destra sul canale
e dopo pochi metri compare la meraviglia di un laghetto tra le case.
Si prosegue sempre con la roggia a sinistra e la si scavalca con il ponticello nella foto sotto.
Ancora un po’ di argine, con una lunga deviazione a U per superare il fiume Chiese in corrispondenza di Bizzolano, e si sbuca sulla provinciale 7 in corrispondenza del ponte sull’Oglio tra Acquanegra e Calvatone. Sotto, una foto dell’Oglio dal ponte e il ponte ripreso dal basso.
Proseguiamo pedalando sullo sterrato (foto sotto in senso contrario a quello di marcia per ragioni “solari”)
e scendiamo dall’argine all’altezza dell’approdo fluviale di Bozzolo per dare un’occhiata al fiume.
Poi si passa prima sotto il ponte della provinciale 10 tra Bozzolo e Marcaria
e poi sotto la provinciale 78 nei pressi di Marcaria. Adesso l’argine diventa asfaltato e c’è un certo traffico di trattori: l’odore di stallatico pervade l’intera pianura Padana.
L’Oglio scorre adesso tra una ricca vegetazione e in corrispondenza di un’ansa lo fotografiamo prima verso ovest
e poi verso est.
L’argine prosegue con fondo asfaltato fino all’edificio della bonifica di Recona d’Oglio
in prossimità di Colombara.
L’argine prosegue con fondo sterrato, lasciando il fiume in corrispondenza di una grande ansa
e ritrovando l’asfalto all’idrovora di San Matteo delle Chiaviche.
Qui troviamo una ciclabile che affianca la provinciale.
Clicca qui per la quarta tappa: dalla foce dell’Oglio alla foce del Mincio>